Ti tengo lontano perché mi sembra Tu voglia sconvolgere la mia vita. Dico mi sembra: leggo di Te, mi parlano di Te, talvolta io parlo di Te. Ti conosco per sentito dire e esigente è l'aggettivo che Ti descrive. Perdonami ho paura di Te. Lavoro, famiglia, impegni e desideri, tutto calcolato e programmato. Mi illudo lo so. Do per certo ciò che certo non è. Mi spaventa ciò che Tu mi potresti chiedere e allora non mi pongo al Tuo cospetto con sincerità, fingo come un bambino. Che sciocco che sono.
Dicono che su alcune questioni Gesù non si sia espresso chiaramente, sarà stata forse colpa del fatto che nessuno era lì con un registratore a catturare ogni esatta espressione, chiaro appare però il suo insegnamento circa la preghiera. "In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà..." Il vangelo odierno di questo tempo quaresimale -Matteo capitolo 6-, non lascia dubbi: pregare non è pronunciare tante parole. Ci troviamo di fronte ad un invito alla sobrietà, addirittura ci viene detto cosa dobbiamo dire, giusto per non farci spendere parole inutilmente. Gesù non poteva essere più chiaro. Pregando dunque chiedete di fare la volontà